12 nov 2013

Malavita - Cose nostre, vostre, loro, un po' di chi si vuole.

Per la serie "Lunedì dell'Odeon a prezzi ridotti", ieri sera sono finalmente andato a vedere l'ultimo film di Besson.



Due parole all'inizio vorrei spenderle per questa barbara abitudine purtroppo non solo italiana di cambiare i titoli di libri e film un po' in base alla fantasia o agli acidi di quello di turno. Se il film si chiama Malavita in francese (nome anche del romanzo che lo ha ispirato) e già in America diventa The Family, perché qui dobbiamo renderlo COSE NOSTRE? Va bene usare titoli evocativi o più "geolocalizzati", ma eventualmente DOPO il nome originale, non prima. 


Ma a prescindere da questo, ciò che mi aspettavo è stato completamente non disatteso: abbiamo una commedia nera quasi di stampo britannico, con scene d'azione alla Besson e il frizzante botta e risposta tipico dei dialoghi da commedia francese. Il cast stellare fa assolutamente quel che ci si potrebbe aspettare: De Niro ormai la parte del gangster mafioso la interpreterebbe perfettamente anche senza essere maniacalmente attento ai dettagli, Tommy Lee Jones, a parte l'essere impietosamente invecchiato, è ormai agentesegretizzato nell'animo e la Pfeiffer riesce ad essere credibile anche nei panni della madre italiana con tendenze piromani.  
Va detto però, quanto Tony Soprano abbia ormai preso a caratterizzare tutti i boss mafiosi apparsi dopo di lui, o forse sono io che sono ancora scosso dalla morte di Gandolfini, boh. Ci mancherai James.

Decisamente interessanti le interpretazioni dei "due figli", che svolgono alla perfezione il compitino pur senza essere, ancora, due mostri sacri del cinema mondiale come i "genitori".




Parlando di cose più spiccatamente tecniche, le inquadrature assolutamente da urlo, e un dominante filtro giallo un po' per dargli un'aria quasi anticata, un po' per mettere addosso una sensazione di ansia tipicamente noir, rendono il film una piccola gemma anche dal punto di vista esecutivo, ma chiunque conosca anche solo un minimo il nostro caro Luc, lo sa che non è esattamente l'ultimo arrivato.



Ultimo capitolo, la colonna sonora. Saprete che per scrivere una colonna sonora imperniata su cliché siculo-italici non c'è certo bisogno di essere Nino Rota, però la coppia al timone se la cava eccellentemente, anche quando si tratta di inserire una piccola perla musicale ottenendo una delle scene più riuscite del film: nessuno ci aveva ancora pensato, ma Clint Eastwood dei Gorillaz montata su un arrivo di gangster che scendono dal treno è praticamente incommentabile, quasi perfetta.

Ho volutamente evitato spoiler o grosse menzioni alla trama perché desidero che voi guardiate questo film, a mio parere la commedia "mafiosa" più divertente degli ultimi tempi. 

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