18 lug 2016

I 13 mesi e 1/2 del Capitano Orso Bruce

Era tanto tanto tempo che non scrivevo qui, tredici mesi fa, per la precisione.
Tante cose sono successe da allora, va detto.
Non ho assediato e preso un castello, però.
Non ho nemmeno fatto il giro del mondo su un vascello pirata.
No, nemmeno quello.
A pensarci non si è trattato poi di molte cose, facendo un po' di conti realistici.
Dopotutto tanti tanti tanti sono partiti con molto meno di quel che avevo io, senza l'appoggio che ho avuto io, e concludendo molto più di quel che ho concluso io.
Ma per questa volta, per quest'unica e singola volta, mi va di pensare di aver fatto qualcosa, di avercela fatta, un poco, di aver reso fiero qualcuno per una volta nella vita.
E, oltre a qualche altro qualcuno, c'è anche questo qualcuno che sta scrivendo, perché tredici mesi e mezzo fa era un qualcuno diverso.
Ma non starò qui a raccontarvi cosa e come sono cambiato, e come mai sono per una volta fiero di qualcosa che ho ottenuto perché immagino che, pur essendo arrivati qui più o meno di vostra spontanea volontà, non fosse questa la vostra speranza, ossia trovare un comune carciofo cercare di credersi migliore, ma vi parlerò di qualcosa d'altro.
Di cosa potrei parlarvi.
Alla fine bene o male, chi mi legge qui mi legge o sente bene o male tutti i giorni, quindi cosa potrei aggiungere al tutto.
Posso aggiungere che, probabilmente, la mia pausa riflessiva, il mio blocco dell'imbrattacarte, il mio tunnel carpale da tastiera o semplicemente il fatto che passando a due schermi tutto il giorno, alla sera facevo tendenzialmente a meno, è finito e quindi tornerò a scrivere qualcosa, ogni tanto, ogni spero meno di tanto, perché alla fine scrivere è una parte di quel che sono, e, anche se anche a far questo valgo poco, alla fine con me ci dovrò pur sopravvivere, quindi è bene che prenda le misure.

A presto, gente.
A presto, per davvero.

Post Scriptum: ormai sono quattordici mesi, ma qualcuno di voi capirà perché mi sono preso una licenza temporale, e magari apprezzerà.
Oso sperare.

19 giu 2015

Junk Food Top Five - Roba da bere alla ciliegia

Come molti di voi sanno, o dovrebbero sapere, il sottoscritto per il cibommerda ha una netta predilizione, o per dirla alla Club Dogo, spruzza di prepotenza.
In Italia, ovviamente, la roba migliore non arriva nemmeno per sbaglio, quindi appena arrivato qui ho potuto lanciarmi a capofitto su tutto quello che mi ero perso negli ultimi tempi, ragion per cui di top five - junk food ve ne beccherete una quantità industriale, più o meno quanto il gelato Häagen-Dazs.

Questa settimana vi condurrò nel mondo dolce e dal retrogusto medicinale della roba da bere alla ciliegia.  
Sì, scrivo roba da bere perché bibite o bevande fa troppo topolino primi anni '80. 




NUMERO 5 - Pepsi MAX cherry






Sì, lo so, già al "no sugar" la metà di voi avranno scosso la testa bofonchiando "massenzazzuccherononèmmerdavera", ed in parte è così, ecco perché se ne sta qui sul fondo della nostra classifica, anche se oggettivamente non è malvagia e, soprattutto, senza zuccheri vuol dire culo parato in caso abbiate sensi di colpa o vogliate fingere di dare un senso alla palestra e alla corsa.


voto complessivo:

 

 

NUMERO 4 - Dr Pepper Cherry

 


Il Dr Pepper è una mia fissazione, e so che a metà dei palati del mondo crea al solo pensiero schizzi di vomito misti ad imprecazioni. Quello alla ciliegia, poi, è ancora più assurdo. Praticamente è come infilarsi in bocca un intero barattolo di Tuttigusti+1 e cercare di capire dove si trovi quella al cerume, che però per fortuna è nascosta bene. Assolutamente delirante, ma come direbbe Proietti: a me, me piace.




voto complessivo:




NUMERO 3 - 7up Cherry

 




E che gli vuoi dire a questi, che, su una roba alla ciliegia ci piazzano pure il nazifaccino di Tiësto? BRAVIH, appunto, anche senza aver fatto video di sorta. Il sapore è migliore degli altri due, sembra anche un filo meno finta delle altre ma, ahimé, il limone incasina tutto rendendola un po' troppo acidula per i miei real gusti di assaggiatore di morte.




voto complessivo:



NUMERO 2 - Mountain Dew Code Red

 


Questa, ragazzi, è la vera morte in lattina.
Pensate alla Red Bull, che crea dipendenza nonostante sappia di detersivo per piatti misto a olio da lampada in pura balena. Ecco, questo, oltre a quel curioso side effect, è anche buonissimo. Urlate tutti quanti aiuto assieme a me, perché dopo una lattina di questa cosa non dormirete per tre giorni, ma ne sarà valsa la pena. Oh, se ne sarà valsa la pena. Unica pecca: non è praticamente presente sul mercato Europeo. 



voto complessivo:



eeeeeendeuinneriiiiiis... 
rullo di cartoni


NUMERO 1 - Coca-Cola Cherry/Cherry Coke 

 


Questa meraviglia del junk arriva addirittura dal 1985, e si tratta della terzogenita dei prodotti targati Coca-Cola. All'incirca nel 1998 furono fatti dei sondaggi per farla arrivare anche sul mercato italiano, ma ovviamente sapete tutti com'è andata a finire.
La Cherry Coke è assolutamente la mia preferita: sapore perfetto, controindicazioni tipo dipendenza mortale limitate e ha anche quella ciliegiona simpatica proprio sotto il logo base: come si può dirle di no?



voto complessivo:


10 feb 2015

Neve

Di rado aveva amato la neve quanto quell'anno.
Da dove veniva lui non nevicava, e il cielo si limitava a piangere enormi ghiaccioli di ammoniaca che un po' tutti tentavano di evitare.
Morire non piace molto nemmeno a noi, amava pensare mentre sorseggiava una delle sue tazze di aceto balsamico bollente. 
Era un piacere che d'abitudine teneva per sé, dato che là dove si trovava i beviacido non erano particolarmente apprezzati.
Il loro pianeta era vittima incolpevole della A∞, superstrada di recente costruzione che congiungeva i versanti più estremi della galassia e che gli abitanti della sua nuova casa avevano tanto caldeggiato, e quindi che fai, passi da un'altra parte? Ma no, dopo tutti questi calcoli, che si spostino loro insomma, il progresso non si ferma davanti ad un pianeta o due, e poi ne beneficeranno anche loro, vedrai caro mio come saranno contenti.
E così, curioso caso di salvezza per turismo, si era ritrovato proprio là mentre il suo pianeta e la stragrande maggioranza di quegli ebeti che vi vivevano veniva fatto saltare per aria, senza che a molti interessasse. 
Ecco, già lo so, ora voi penserete che il nostro amico abbia un enorme conto in sospeso con quegli alieni cattivi colpevoli di avergli detonato casa mentre era via, che mediti vendetta e programmi una sorta di patriottica rivalsa. Beh, non potreste essere più in errore di così: i suoi stupidi, arretrati e retrogradi simili erano per lui fonte costante di imbarazzo, e, per dirla in maniera franca, gli stavano enormemente sui coglioni. Stavano anche perché, a parte alcuni profughi male in arnese giunti sui astronavi scassate e costretti a mendicare nei luoghi più ricchi della galassia stessa, non ne erano rimasti molti. E ne era grato, enormemente grato, perché se ne fossero arrivati molti avrebbe dovuto estirpare loro le antenne a morte e turare loro le branchie fino a soffocarli, perché gli umani erano troppo buoni da mangiare, e se tanti come lui fossero giunti sulla Terra, beh, sarebbero finiti prima.

17 lug 2014

Transformers 4: L'era del LOL - rencensione con due o tre spoiler che tanto dài

Ho visto film brutti, ho visto film troppo lunghi, ho visto film senza senso, ho visto gli altri tre Transformers. Pensavo che sarebbe bastato, se non per farmelo vivere bene, almeno per prepararmi.
No, non è stato così. 

Diciamoci la verità, andare a vedere questi film con delle aspettative è un po' come sperare di far colpo sulla bella del liceo componendole una serenata a base di peti, specie se il tuo concorrente base è quel grosso manzo della 5aD che gioca bene a pallone, però davvero ha superato ogni forma di precedente.

Posto che per elencare tutto ciò che è sbagliato, inutile, assolutamente nonsense e meh in questa cafonata ci vorrebbero quattro o cinque visioni della suddetta e un team di schiavetti cinesi che prendano appunti, credo che potremmo focalizzarci su quattro o cinque cosucce che davvero Michael Bay di che cazzo ti fai.


5) Il product placement
Non facciamo le verginelle, tutti sappiamo benissimo che senza il soldone i film non vanno avanti, specie quelli intasati di effetti speciali di ogni tipo, ma davvero non c'era un modo più velato di fare pubblicità a tutti quelli che hanno finanziato questa specie di rompicapo senza soluzione? Passino le auto, perché vabbeh, dopotutto gli autobot sono auto, passi il vestiario perché ok, è più raro trovare un guardaroba intero senza loghi a vista, ma era proprio necessario un fermo immagine di un quarto d'ora su un autobus targato VICTORIA'S SECRET? Figa, a 'sto punto metteteci uno stormo di bonazze seminude che uno lo guarda anche più volentieri, così come la scena della Coors Lite poteva essere UN FILO più velata, anche perché peggio di così davvero era dura. 


4) Il casting e i rapporti fra protagonisti
Ciao, sono Mark Wahlberg e sarei un geniale inventore texano, genitore vedovo e non diplomato perché diventato padre a 18 anni che fino ad ora ha sbarcato il lunario non si sa bene come grazie anche ad un assistente non ben definito, praticamente di famiglia morto ad un terzo del film e dimenticato da tutti. Sono atletico, eroico, possessivo all'inverosimile e faccio battute razziste sul fidanzato irlandese di mia figlia che tratto da padre padrone. Chiunque di voi conosca anche solo un minimo Big M, si metterà a ridere dopo quattro parole, e questa è solo una parte dei giganteschi wtf che costellano il film. La parte che regola i rapporti fra gli eroi, chiamiamoli così, se possibile, fa ancora più ridere: senza eccedere con gli spoiler, abbiamo personaggi che spuntano da tutte le parti senza ben sapere da dove vengano fuori, che scopo abbiano e cosa esattamente stiano facendo sulla pellicola. Praticamente ogni dieci minuti c'è un "colpo di scena", che poi di fatto non è un colpo di scena ma un ennesimo "ma perché".

3) La durata
Avete presente quei film in cui dite "Bella, è successo tutto quel che poteva succedere, ora chiuderanno e magari ci faran su un sequel così io posso anda"e invece no, continua. Imperterrito. Quasi a volerti torturare a lungo, perché fino ad ora non è ancora bastato. Succede di tutto, poi anche il contrario di tutto, con momenti così assurdi da farti sembrare plausibili i porno in cui la madre convince la figlia a fare una cosa a tre con l'idraulico. Potresti benissimo suddividere quel che succede in tre film così da magari rendere le cose anche solo vagamente coerenti e spiegate, e invece no, decidi di fare un film lunghissimo e tuttavia incapace di spiegarti una marea di cose che sai, oddio, non sarebbe poi così male capire, ottenendo anche il simpatico fenomeno temporale in cui passano circa tre ore ma ne senti sulla tua pelle trentatrè, e appena uscito dalla sala senti il bisogno di andare a farti la barba. Circa tre ore di tempo che potresti peraltro spendere in tanti modi migliori: puoi leggere un libro, perdere tempo su Twitter, guardare un altro film, contare le crepe sul muro, prendere il muro a capate, ricontare le crepe per vedere se sono le stesse o sono di più, cose così. E invece no, che tu sia dannato Michael Bay.

2) I bassi e le esplosioni 
Sì, è Michael Bay. Sì, in ogni suo film ci sono una media di otto esplosioni per picosecondo. Sì, probabilmente suo cugino smercia esplosivi e quindi per far quadrare i conti ne compra sempre più di quanti ne abbia usati l'America nei conflitti di Vietnam e Corea assieme. 
Ma onestamente non avevo mai pensato di poter vedere un gigantesco robot dinosauro, o dinobot, o sticazzi cavaliere di cosa ma che problemi avete passate la roba che poi la finite sempre voi e non è carino, rotolare per terra e vedere la stessa terra esplodere a caso. A caso. A  C A S O. Cioè, tutto il film è come dicevo un'esplosione, ma a questo punto non è difficile immaginare come facciano a casa Bay quando non riescono ad aprire i barattoli di marmellata: "Cara, PASSAMI LA TERMITE".
E poi i bassi. Il film ha una trama di merda? Vuoi che la gente non se ne renda conto nella maniera più assoluta? Allora pompa sui bassi in maniera apocalittica, in modo tale da rendere impossibile allo spettapirla anche solo capire i suoi stessi pensieri: "Mmm, ma io a cena che ho man"BWOOOOOOORRRRRRRRRRR "Aspetta, ma a cosa stavo pensa"BWAAAAAAAAOOOOORRR e via così. Oltretutto poi sono bassi così bassi che a confronto Tyrion Lannister gioca in NBA, e quindi le casse friggono e il tuo cervello fa pendant. Insomma: se non sai come vincerli, distraili o almeno rendili amebe con deficit di attenzione. 


1) I dialoghi 
Se per quattro terzi del film il pensiero medio è "MA CHE CAZZO?!", peraltro l'unico che sei in grado di formulare fra un BWOOOOOOOOR e l'altro, allora forse Baia Baia abbiamo un problema. I dialoghi sono fuori di testa sotto ogni tipo di livello: sono tradotti da cani, sono scritti da un generatore automatico di dialoghi ebeti generati tramite i rutti post peperonata mangiati dalla capra domestica di Stanley Tucci, usano un lessico così fuori tempo e finto giovane che al confronto le inchieste della Borromeo sono verosimili e attuali. 
Gli scambi di battute sono così random ma così random che sarebbe possibile trascriverli su foglietti di carta, ripiegarli, metterli in un cappello, pescarli a caso e in questo ordine montarli e comunque manterrebbero più o meno lo stesso (non)senso, spaziando fra gag fuori luogo, frasi teoricamente macho che risultano praticamente fuori scala in un range da uno a Brasile ai mondiali e momenti anche solo troppo WTF per essere spiegati.

La considerazione finale è che se avete voglia di farvi del male e/o siete persone che commentano i film ad alta voce durante la proiezione potete anche prendere in considerazione l'idea di guardarlo, ma se siete tipi da film che colpiscano un filo più su della sacca scrotale o comunque l'idea di ridere per 4/3 del film, per poi uscire dalla sala pensando checcazzomacosamadavverono non è nelle vostre corde, allora passate, che come dice il puffo rompicoglioni èmmeglio.

19 mag 2014

Anatomia del grillino - sono fatti così.

Ve lo ricordate quel compagno del liceo sempre pronto a credere alla cazzata del giorno? Quello che ad ogni occasione tentava di lamentarsi per qualcosa coi professori, date dei compiti, gite di classe, interrogazioni programmate, qualunque cosa, con unico risultato di far incazzare i suddetti come tigri a cui avete strizzato i coglioni? Quei personaggi un po' sfigati, che all'ennesimo insuccesso pensavano in cuor loro "ora va così, ma da grande tutto cambierà" ora sono fieri e ferventi fantocci del Movimento 5 Stalle. Nel frattempo sono cambiati molto, ma quegli anni di privazione hanno fatto scattare in loro la cosiddetta molla del caps lock, il riflesso incondizionato dei punti esclamativi, l'aberrazione interiore del congiuntivo fino al suo disconoscimento completo, come fa la madre ciellina col figlio gay e comunista.
Non che i grillini siano tutti così, anzi: questi sono i rappresentanti buoni, quelli con cui nonostante tutto ti vien voglia di buttare un quarto d'ora del tuo tempo sapendo già a priori che il solo risultato sarà di farti saltare le coronarie al 13° minuto netto. Nel movimento sono confluiti una miriade di altre componenti più o meno capofavati tipo: leghisti insoddisfatti, fascistelli fashion che al nero preferiscono il giallo e soprattutto quelli che "io di politica non ne capisco un cazzo, però urlare a caso che tutto fa schifo mi piace quindi perché non regredire al livello scimmiesco e gridare cose sconnesse lanciando feci sui passanti?". 
Poi è chiaro che tutti siamo abbastanza scoraggiati di fronte ad una classe politica che negli anni ha dimostrato di fare se non più danni che altro quasi, detto ciò non per questo penserei di mettermi nelle mani di gente che la politica è "scrivo cose sul sito e fatevelo andare bene, perché non esiste contraddittorio né possibilità di replica: io ho ragione e voi siete morti, zombi, mafiosi e..." simili. Il grillino tipo però non sa, lui CREDE. Se dalla Casaleggio S.P.A. dovesse arrivare in un domani più o meno vicino la teoria che il mondo finirà nel 2020, qualora gli esseri umani non prendano a coltivare pecore nei loro orti, li vedrete tutti in fila a piantar su ovini anche in terrazza, se di un orto non dovessero disporre. In fin dei conti i Grillini ci piacciono, perché passato il momento di rabbia e sconforto, sarebbe difficile ridere così tanto se loro non ci fossero.

11 mar 2014

Il Troll Quotidiano

Esce un articolo sulla sessualità delle/dei quattordicenni firmato da una donna sotto la trentina. Esce a poco tempo di distanza dalla Commemorazione della Donna (mi rifiuto di chiamarla festa per lo stesso buonsenso secondo cui il giorno della Memoria non è chiamato festa degli ebrei).
Io penso, sarà un'introspezione con un briciolo di empatia, un filo di nostalgia magari visto che una quindicina abbondante di anni fa era su quei banchi là, una cosa piacevole da leggere nel complesso.


Manco per il cazzo: fra un luogo comune idiota, uno slang che era già vecchio dieci anni fa quando c'ero io su quei banchi e una rappresentazione abbastanza da film porno della realtà, rido per non piangere. E fin qui ci siamo tutti, credo. Spero. La cosa che soprattutto mi lascia basito è proprio il ritratto delle ragazzine neoliceali che dà di loro questa nemmeno trentenne posseduta da "60enne bavoso". Sono davvero il solo a chiedersi da dove siano arrivate quelle sue testimonianze alla fake su insegreto.it?
 È vero che ormai il revival degli anni '90 imperversa, ma non so quanto possa essere brillante l'aver trasformato per un giorno un giornale di passati fasti come il Fatto Quotidiano in una sorta di versione quotidiana del Cioè, specialmente senza poster centrale e lucidalabbra in regalo. 
Mi sembra quasi di sentire la risata in sottofondo della celeberrima psicologa, messa a rispondere alle lettere che inviate al giornaletto per curarsi un grave stato di depressione.  La cosa che ci chiediamo un po' tutti, Beabea, è la motivazione di fondo che ti ha spinta a scrivere una robina così. Anche io a volte vado a leggere i commenti stronzi su Yahoo Answers, ma poi se ne scrivo un pezzo lo dico che è una battuta, razza di troll che non sei altra.

 Li hai proprio fregati tutti, zia, ma tutti tutti.


10 mar 2014

L'ombra su Paolo Sarpi (pt. 5)

Queste cose non succedono qui, continuavo a ripetermi quasi per convincermi che il simpatico ritrovo di casini appena vissuto fosse un sogno. Un sogno però di solito non ti fa puzzare come un una sala macchine ottocentesca, e non ti riempie i vestiti di sangue. Non era un fottuto sogno, era invece il caso di correre via da lì, prima che qualcuno nei dintorni decidesse che, forse, questa volta era davvero il caso di chiamare i puffi. Tutto ad un tratto la mia piccola oasi di tranquillità con la porta divelta era la sola cosa che desiderassi, in quella primordiale e stupida convinzione che una volta fra le mura di casa tutti i guai sarebbero rimasti fuori. Una cazzo di convinzione stupida, che non puoi permetterti se non sei uno topo o non vuoi farne la fine. Puntai per la camera che tengo sempre prenotata non a mio nome in zona Dateo, in uno di quei pochi non-luoghi in grado di far persino meno domande che qui a Chinatown. Ora già so che starete pensando ad un rifugio segreto da film, magari con bottiglie di whiskey o pc di ultima generazione. Ecco, davvero, no. E' un buco polveroso, puzzolente e rumoroso a causa del resto della clientela che lo sceglie per dimenticare le pene del mondo reale e concedersi uno o due momenti di semplice svago, ovviamente rischiando quattro o cinque malattie veneree alla volta con donne di qualunque età, forma o apparentemente specie. Non era esattamente un bordello, ma poco ci mancava. Anche se dopotutto non ero come gli altri, anche io era finito là per la compagnia, un tipo di compagnia decisamente diversa dal solito cliente però, dato che non molti cercavano più Anna Hott ed essendo gran parte del suo fascino sfiorito, a non molti era concesso di vederla in piena luce. Una sorta di grande maestro di quel suo ordine di ragazze dedite al prossimo, o forse più che altro al portafogli del prossimo. Ma prima ancora di pensare alla mia polverosa e solida poltrona al centro dello stanzino, sarebbe stato meglio pensare a come raggiungere Dateo da là, dato che sporco di sangue e integro per miracolo non sarei stato accolto senza curiosità su un taxi o in metropolitana, e la curiosità era ciò che decisamente non faceva al caso mio. Recuperai il cappotto di uno dei poveri cristi svuotandone prima le tasche giusto per non portare in giro qualcosa di decisamente sconveniente, trucchetto imparato qualche anno prima a mie spese e ringraziai mentalmente un dio a caso per essermi abbonato al car sharing gratuitamente qualche mese prima. Mi ero detto che poteva sempre essere utile poter prendere a noleggio una delle svariate macchine a disposizione sparse in giro per la città alla cifra di nemmeno so quanto per minuto, ma sicuramente una cifra bassa visto che mi stava salvando il culo. Cazzo se ci avevo azzeccato. Con il mio telefono trovai la vettura più vicina, appena quattrocento metri di distanza, e mi lanciai per strada coperto dal vecchio e logoro cappotto marrone con il cappuccio della felpa calato sulla testa. Camminai con passo malfermo, pensando che un doposbornia in tarda mattinata avrebbe spinto la gente a non chiedersi perché giravo come se mi stessero cercando, cosa che con ogni probabilità era anche vera. Dentro la piccola vettura mi sentii subito più tranquillo, come se le sottili pareti di lamiera avessero lo spessore di un sicuro caveau svizzero, e mi apprestai a raggiungere il mio buco, una tazza di tè caldo e un consiglio.
Cazzo se ne avevo bisogno.