21 nov 2013

L'ombra su Paolo Sarpi

Era una mattinata piovosa nella mia Milano. Dopo un caffè sarei  sicuramente stato meglio, pensai, così mi recai in cucina. Paolo Sarpi alle sei del mattino già brulicava di gente, carri e carretti, e l'odore di fritto mescolato al vociare lieve tipico della mia gente riempivano l'aria.
Decisamente una pessima notizia per uno che si è svegliato con il cerchio alla testa tipico di una sbronza, e quella della notte passata era stata abbastanza clamorosa. Nel mio lavoro non sai mai cosa ti riserva il domani, quindi quando salvi il culo festeggi, e come si deve.

Ma ancora non vi ho detto chi sono, credo. Tutta colpa del whisky di ieri sera, ci scommetto: il mio nome è Guido Lo, e trovo persone.

Sono italiano però, di seconda generazione, non cucino involtini primavera, non riparo computer, e soprattutto non vendo cazzate di plastica. Non parlo senza r e probabilmente uso il congiuntivo meglio di voi, ma questa doppia natura mi aiuta molto nel mio lavoro. Poter parlare con polizia e autorità da perfetto milanese, presentandomi come Guido, li incoraggia a buttare via la diffidenza che un cinese suscita subito in loro, mentre la faccia che ho e il cinese che in casa abbiamo sempre parlato mi rende ben accetto alla comunità. 
Proprio mentre stavo facendo roteare il caffè acquoso in una grossa tazza trovata a due euro all'Oriental Mall suonò il campanello. Ero ancora in doposbornia e stavo bevendo caffè, così appuntai mentalmente che se non era davvero questione di vita o di morte sarei stato decisamente antipatico, e chi ha avuto a che fare con me sa quanto mi viene bene essere antipatico. Alla seconda scampanellata decisi di alzare il culo ma prima ancora di aver attraversato la stanza fu la porta a venirmi incontro. “Ma che cazzo fate!” esclamai, ancora non del tutto convinto che si trattasse della realtà. 
Dal buco che fino a pochi minuti occupava la mia porta mi scrutava una coppia di brutte facce che durante gli anni avevo già visto più di una volta, sempre soddisfatte e mai troppo sveglie sembravano quasi biglietti da visita. Xiē e Gǒu: riscossione debiti, recupero riottosi e di fatto, quando c'era da menar le mani lavoratori a tempo pieno per la Triade. 
Avevo un problema, un grosso cazzo di problema.





(Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale, si tratta di un'opera di fantasia e non vuole essere in alcun modo riproduzione della verità)


6 commenti:

  1. Secondo tentativo: a me piace, ma (ctrlc+ctrlv quanto detto su twitter) trovo la descrizione della scena incrinata dalla ripetizione del "caffè". Ancora non si capisce se sei un "buono" o un "cattivo", ma è accattivante! @marghegrz

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  2. Chi sarà, lo vedrai in seguito, non temere! ;)

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  3. Carina, scorrevole, il protagonista mi incuriosisce molto. Continuala in fretta che odio stare sulle spine, buon lavoro ;)

    P.S:
    I cinesi vendono SEMPRE cazzate di plastica.

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  4. Ci lasci in sospeso così? Minchia.

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  5. ma la grossa tazza trovata a due euro all'Oriental Mall è di ceramica o di plastica? la plastica farebbe la differenza. Non le vendi ma le compri le caxxate cinesi. LOL
    Not bad boy...go on

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niente post anonimi, ci piace sapere con chi stiamo parlando