Era
una mattinata piovosa nella mia Milano. Dopo un caffè sarei
sicuramente stato meglio, pensai, così mi recai in cucina. Paolo Sarpi
alle sei del mattino già brulicava di gente, carri e carretti, e
l'odore di fritto mescolato al vociare lieve tipico della mia gente
riempivano l'aria.
Decisamente una pessima notizia per uno che si è svegliato con il cerchio alla testa tipico di una sbronza, e quella della notte passata era stata abbastanza clamorosa. Nel mio lavoro non sai mai cosa ti riserva il domani, quindi quando salvi il culo festeggi, e come si deve.
Decisamente una pessima notizia per uno che si è svegliato con il cerchio alla testa tipico di una sbronza, e quella della notte passata era stata abbastanza clamorosa. Nel mio lavoro non sai mai cosa ti riserva il domani, quindi quando salvi il culo festeggi, e come si deve.
Ma
ancora non vi ho detto chi sono, credo. Tutta colpa del whisky di
ieri sera, ci scommetto: il mio nome è Guido Lo, e trovo persone.
Sono
italiano però, di seconda generazione, non cucino involtini
primavera, non riparo computer, e soprattutto non vendo cazzate di
plastica. Non parlo senza r e probabilmente uso il congiuntivo meglio
di voi, ma questa doppia natura mi aiuta molto nel mio lavoro. Poter
parlare con polizia e autorità da perfetto milanese, presentandomi
come Guido, li incoraggia a buttare via la diffidenza che un cinese
suscita subito in loro, mentre la faccia che ho e il cinese che in
casa abbiamo sempre parlato mi rende ben accetto alla comunità.
Proprio mentre stavo facendo roteare il caffè acquoso in una grossa
tazza trovata a due euro all'Oriental Mall suonò il campanello. Ero
ancora in doposbornia e stavo bevendo caffè, così appuntai
mentalmente che se non era davvero questione di vita o di morte sarei
stato decisamente antipatico, e chi ha avuto a che fare con me sa
quanto mi viene bene essere antipatico. Alla seconda scampanellata
decisi di alzare il culo ma prima ancora di aver attraversato la
stanza fu la porta a venirmi incontro. “Ma che cazzo fate!”
esclamai, ancora non del tutto convinto che si trattasse della
realtà.
Dal buco che fino a pochi minuti occupava la mia porta mi scrutava una coppia di brutte facce che durante gli anni avevo già visto più
di una volta, sempre soddisfatte e mai troppo sveglie sembravano quasi biglietti da visita. Xiē e Gǒu: riscossione debiti, recupero riottosi e di fatto, quando c'era da menar le mani lavoratori a tempo pieno per la Triade.
Avevo un problema, un grosso cazzo di problema.
(Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale, si tratta di un'opera di fantasia e non vuole essere in alcun modo riproduzione della verità)
Secondo tentativo: a me piace, ma (ctrlc+ctrlv quanto detto su twitter) trovo la descrizione della scena incrinata dalla ripetizione del "caffè". Ancora non si capisce se sei un "buono" o un "cattivo", ma è accattivante! @marghegrz
RispondiEliminaChi sarà, lo vedrai in seguito, non temere! ;)
RispondiEliminaCarina, scorrevole, il protagonista mi incuriosisce molto. Continuala in fretta che odio stare sulle spine, buon lavoro ;)
RispondiEliminaP.S:
I cinesi vendono SEMPRE cazzate di plastica.
Sembra interessante...
RispondiElimina:D
Ci lasci in sospeso così? Minchia.
RispondiEliminama la grossa tazza trovata a due euro all'Oriental Mall è di ceramica o di plastica? la plastica farebbe la differenza. Non le vendi ma le compri le caxxate cinesi. LOL
RispondiEliminaNot bad boy...go on